Il progetto SCARABEO si inserisce nel contesto della filiera canapicola italiana, una filiera non ancora consolidata nonostante i forti investimenti profusi dalle Istituzioni nazionali e regionali negli ultimi 20 anni. Nello stesso tempo, l’estensione della coltivazione nazionale della canapa ha avuto un andamento altalenante, tra espansioni e contrazioni, fino ad attestarsi su poco più di 700 ettari, relegando questa coltura ad una dimensione di nicchia. Ed altrettanto di nicchia, si può definire il mercato della canapa in Italia. Ogni agricoltore si occupa direttamente della produzione e della distribuzione dei propri prodotti, che per l’80% sono derivati dalla lavorazione o semi-lavorazione del seme. Il mercato della fibra e dei suoi preziosi derivati, è praticamente inesistente; paradosso inaccettabile dal momento che il fusto costituisce l’80% della biomassa colturale. Le ragioni di questa sproporzione sono proprio da ricercare nell’ incapacità, di superare un punto cruciale della filiera della fibra: l’industrializzazione della macerazione. Così l’80% della coltura viene svalutato a mera paglia destinata allo smaltimento, tanto che non è infrequente che gli agricoltori rinuncino al raccolto, limitandosi alla trebbiatura del seme.
Il progetto SCARABEO propone un approccio innovativo che punta alla diversificazione e valorizzazione dei sottoprodotti e degli scarti della filiera della fibra di canapa, massimizzando i ricavi in modo eco sostenibile e perfettamente in linea con i principi fondamentali dell’economia circolare. Elemento importante di innovazione è la realizzazione di un impianto per la macerazione industriale.
Il dittero Hermetia illucens (L.), noto anche come “black soldier fly” (BSF) è una “mosca” di origine americana ampiamente usata per gestire e/o mitigare le problematiche derivanti dalla presenza e accumulo di rifiuti di varia origine. Queste larve hanno una notevole flessibilità alimentare, e pur essendo sinantropiche, non si avvicinano all’uomo ed agli animali, minimizzando il rischio sanitario derivante da una loro dispersione nell’ambiente. Sono particolarmente competitive nei confronti di larve di Musca domestica, limitandone lo sviluppo e la diffusione, ed inoltre modificando la biodiversità microbica dei substrati, ostacolano lo sviluppo di microrganismi patogeni. Hanno una grande capacità di trasformazione del substrato, potendo ridurre fino ad oltre il 60% la biomassa dei rifiuti, e nel contempo guidano la degradazione dei substrati di scarto verso la produzione di biomassa più facilmente gestibile. Hanno una spiccata attitudine a sintetizzare grassi in elevata quantità, particolarmente adatti alla produzione di biodiesel.